Dietro le quinte di uno spettacolo teatrale (parte 2)

Cosa c’è dietro le quinte di uno spettacolo teatrale professionale? Un sacco di cose che normalmente non si immaginano.

Delle prime fasi della creazione (dall’ideazione al casting) abbiamo già parlato in un post precedente. Oggi parliamo di tutto quello che succede dopo: entriamo nel vivo del lavoro, ti raccontiamo più nello specifico cosa c’è dietro le quinte di uno spettacolo, o perlomeno cosa c’è dietro le quinte di un NOSTRO spettacolo teatrale.

Perché non esiste un metodo universale (per fortuna!), ma ogni artista e compagnia crea nel tempo un processo creativo personale e unico, e nemmeno quello resta scolpito nella pietra ma cambia ad ogni spettacolo.

1. PROVE – SCRITTURA

Un elemento imprescindibile dietro le quinte di uno spettacolo è la drammaturgia, ossia il testo (sì, spesso c’è una partitura testuale anche per gli spettacoli senza parola). E qui si apre un universo, perché ci sono tanti modi diversi di concepire e sviluppare un testo drammaturgico.

Ci sono realtà teatrali dove un componente soltanto è specificamente incaricato della scrittura, scrive tutto il testo e poi lo propone al resto della compagnia

Ci sono compagnie che utilizzano testi già esistenti, provenienti dal repertorio classico o commissionati ad un drammaturgo esterno

Ci sono le creazioni collettive, dove tutto i membri del gruppo sono ugualmente attori, registi e drammaturghi.

Ci siamo noi. Noi utilizziamo tutte queste modalità e nessuna nello specifico.

Spesso arriviamo in sala prove con una mezza idea per una scena; a volte abbiamo delle bozze scritte, a volte è tutto solo nella nostra testa. Mettiamo la nostra idea alla prova, alla prova della realizzazione concreta da parte degli attori, e vediamo cosa succede. Prendiamo nota di ciò che dicono, ciò che fanno. A volte da un loro spunto nasce un’idea tutta nuova. Sicuramente è importante essere pronti a perdere ogni idea, sporcarla, modificarla, farla diventare una cosa anche molto diversa.

Il nostro teatro ha bisogno di ascoltare e osservare gli attori, studiare la loro presenza e capire cosa essa può raccontarci. Il nostro teatro ha bisogno di tanto tempo, e il mondo del teatro professionale ha spesso fretta di creare e vedere spettacoli sempre nuovi.

Pazienza. Per quanto è nelle nostre possibilità, cerchiamo di proteggere il nostro lavoro, e di dedicargli il tempo necessario.

 

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2. PROVE –  QUANDO E DOVE

 

QUANDO?

Questa è una faccenda complicata, per noi. Diciamo subito che dietro le quinte di uno spettacolo, anche il più semplice, ci sono tante prove. Molte compagnie si appoggiano alle cosiddette “residenze artistiche”, che sono degli spazi dove ci si può “ritirare” per parecchi giorni di fila e concentrarsi esclusivamente sulla creazione dello spettacolo; tipo un ritiro spirituale, dove lasci fuori tutto quello che non c’entra e ti focalizzi solo sullo spettacolo da portare a termine. Per noi non è quasi mai una soluzione percorribile, perché:

in settimana abbiamo appuntamento fisso con i nostri laboratori teatrali (per adulti, per ragazzi e per bambini);

spesso nei nostri spettacoli sono coinvolti bambini o adolescenti, che non possono assentarsi da scuola o da casa per troppi giorni consecutivi

in Liguria non ci sono residenze artistiche riconosciute (questo è un problema strutturale ben più grande di noi)

In tutti questi anni di residenze con tutti i crismi ne abbiamo fatta una soltanto, ed è sicuramente stato un lusso potersi dedicare, per alcuni giorni, soltanto alla creazione artistica senza doverla incastrare con mille altre incombenze. Dunque solitamente facciamo delle mini residenze, delle prove intensive nel fine settimana, tutto il giorno. Sappiamo che provare nei weekend non è il massimo, perché significa per tutti arrivare stanchi dalla settimana appena trascorsa e perché significa doversi ritagliare il tempo con le unghie e con i denti. Lo sappiamo, sì.
Ma facciamo quello che possiamo, come possiamo.

DOVE?

Da qualche anno c’è un centro teatrale che ci supporta e che a volte ci fornisce uno spazio prova, ma non è sempre possibile. Quando è possibile siamo molto felici e grati, ma si trova comunque un po’ distante (il che significa benzina, autostrada e altro tempo). Quando non è possibile, ci arrangiamo. Qui sul territorio non abbiamo uno spazio tutto nostro, quindi ci ritagliamo tempi e spazi dove e quando è possibile. Abbiamo fatto e facciamo prove in palestre di yoga, chiese sconsacrate, cortili, edifici scolastici dismessi, giardini. Con in sottofondo il suono delle campane o delle motozappe, senza riscaldamento in pieno inverno.

Non è il massimo nemmeno questo. Ma facciamo quello che possiamo, come possiamo.

il percorso dietro le quinte di uno spettacolo teatrale

 

3. STUDI E DEBUTTO
GLI STUDI

Dietro le quinte di uno spettacolo teatrale c’è spesso la presentazione degli “studi”. Uno studio è uno spettacolo non ancora concluso, che una compagnia presenta ad un pubblico (in genere ristretto) per avere dei riscontri su quanto creato finora e dei consigli su come proseguire.

Uno spettacolo teatrale è un oggetto delicato SEMPRE, figuriamoci quando ancora è in costruzione: il primo studio è proprio la primissima occasione in cui presenti il tuo lavoro all’esterno, hai tanti dubbi ancora senza risposta. Lo studio può essere presentato ad un pubblico di persone comuni (amici, conoscenti, allievi…) o di addetti ai lavori (colleghi teatranti, direttori artistici, critici teatrali…).

Ci saranno sempre commenti entusiasti ed altri molto dubbiosi, osservazioni interessanti ed altre fuorvianti, critiche costruttive ed altre soltanto distruttive; è importante rimanere lucidi e saper distinguere i suggerimenti realmente utili da quelli che ti porterebbero fuori strada. Perché alla fine lo spettacolo è tuo e solo tu puoi sapere cosa è giusto fare. Dopo la presentazione di un paio di studi, finalmente arriva il debutto.

IL DEBUTTO

Il debutto è il momento in cui, dopo tanto lavoro dietro le quinte, presenti per la prima volta il tuo spettacolo fatto e finito. Se ti va bene lo presenti in un contesto interessante tipo un festival o una rassegna teatrale, oppure una “vetrina”, che è una rassegna fatta apposta per presentare spettacoli nuovi, dove sono presenti tanti addetti ai lavori che vedono e valutano tutti i debutti e decidono quali prendere nel loro cartellone. Noi tendiamo a fare parecchi studi e parecchi debutti, e non consideriamo nessuno come assolutamente definitivo.

Non ci piace l’idea del debutto con la D maiuscola. Anche a distanza di anni, uno spettacolo per noi non è mai del tutto “concluso”.

E non ci piacciono molto nemmeno le vetrine (per quanto siano un’occasione preziosa sotto diversi aspetti), dove spesso ci sentiamo dei pesci in un acquario circondato da pescatori con grosse fiocine appuntite.

Non ci piace questo sistema perché la versione definitiva di uno spettacolo ha bisogno di un tempo di rodaggio per assestarsi, definire i dettagli, e metterla subito in scena in un contesto importante senza passaggi intermedi può essere rischioso. Un po’ come lanciare un bambino in acqua e “se non affoga impara a nuotare, se non impara a nuotare affoga”.

Perché spesso, quando si debutta ad un festival importante, si creano situazioni senza mezze misure: il tuo spettacolo piacerà un sacco a tutti oppure verrà demolito all’unanimità (e se viene demolito non è sempre possibile ricostruire: a volte sì ma è molto dura; a volte no, lo spettacolo va in pensione senza nemmeno aver lavorato un po’).

Per questo cerchiamo se possibile di debuttare un po’ in sordina, in contesti piccoli o in qualche modo protetti, e solo dopo affacciarci in contesti più grandi tipo festival o rassegne. Lo facciamo per proteggere gli attori (a maggior ragione quando sono bambini o ragazzini), per proteggere il lavoro. Per proteggere noi stessi e la nostra sensibilità da una logica “tutto o niente” che non ci appartiene.

Ad esempio, molti pensano che TRE abbia debuttato al Festival Vimercate Ragazzi nell’estate del 2020. In effetti quella fu la prima occasione in cui presentammo lo spettacolo davanti a tanto pubblico e soprattutto davanti a tanti addetti ai lavori, che inaspettatamente apprezzarono parecchio lo spettacolo (molte delle repliche che sono arrivate dopo e che ancora adesso arrivano, devono dire “Grazie” a Vimercate). Ma in realtà TRE aveva già incontrato il pubblico almeno un paio di volte, in Liguria e in Sardegna, in contesti più ristretti.

OGNI VOLTA CHE IL TUO SPETTACOLO
VA IN SCENA
UNA PARTE DI TE
È COMPLETAMENTE ESPOSTA.

 

3. TOURNÉE

L’attività dietro le quinte di uno spettacolo teatrale non si esaurisce con il debutto. Non si esaurisce mai, in effetti. Dopo il debutto inizia la circuitazione, detta anche tournée, detta anche “far girare lo spettacolo”. Far girare uno spettacolo è una cosa difficilissima sempre, per tutti. Lo è per attori e artisti affermati e bravissimi, figuriamoci per noi che siamo una piccola compagnia.

Quello che cerchiamo di fare è:

ad ogni replica invitare qualche addetto ai lavori potenzialmente interessato al nostro spettacolo, in modo che lo veda di persona (perché va bene inviare video o foto, ma il teatro va visto dal vivo)

quando possibile invitare qualche critico teatrale che possa scrivere una recensione sullo spettacolo

tenerci aggiornati su bandi cui partecipare, rassegne e teatri a cui segnalare il nostro lavoro

A livello molto più pratico, dietro le quinte di uno spettacolo per noi c’è sempre un discreto incastro di orari e mezzi di trasporto, perché non tutti gli attori con cui collaboriamo vivono qui in zona (per TRE siamo 2 nel Tigullio, 2 a La Spezia e 1 a Milano) e ognuno ha i suoi impegni scolastici o lavorativi. Negli anni stiamo imparando a districarci tra Trenitalia, le autostrade e i trasporti pubblici locali, Airbnb, Booking e le app sui distributori di carburante più convenienti.

Ogni volta che andiamo in scena un nostro spettacolo temiamo che sia l’ultima, ogni richiesta che ci arriva pensiamo che non ne arriveranno altre. Ecco perché non diamo per scontata nessuna replica, nemmeno quella nel posto più piccolo e fuori mano. Si tratta comunque di qualcuno che ha scelto noi, il nostro spettacolo, tra mille altri spettacoli validi tra cui avrebbe potuto scegliere. Forse per questo mettiamo ogni volta lo stesso impegno al 100%, la stessa cura. Perché magari non sarà l’ultima replica, ma facciamo finta che lo sia.


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